L’isola

Ischia è un’isola del Mar Tirreno, posta all’estremità settentrionale del golfo di Napoli e a poca distanza dalle isole di Procida e Vivara. Appartiene al gruppo delle isole flegree.

La geografia

Dalla forma approssimativa di un trapezio, l’isola dista all’incirca 18 miglia marine da Napoli, è larga 10 km da est a ovest e 7 da nord a sud, ha una linea costiera di 34 km e una superficie di circa 46,3 km². Il rilievo più elevato è rappresentato dal monte Epomeo, alto 787 metri e situato nel centro dell’isola.

Il clima

La particolare formazione a cono dell’isola d’Ischia con il Monte Epomeo al centro e la posizione geografica dell’isola nel Mar Tirreno centrale favoriscono un clima mite anche nei periodi invernali con frequenti cambi climatici, a volte anche nella stessa giornata. A Casamicciola Terme (120 msm) la temperatura media annua è leggermente superiore ai 16 °C, con temperature medie invernali di oltre 9 °C ed estive di circa 24 °C. Il mese più caldo è luglio (24,2 °C), mentre quello più freddo è gennaio (8,8 °C). I venti predominanti variano in base alla stagione: in inverno sono il libeccio, il ponente-libeccio e lo scirocco. I venti predominanti in estate e primavera sono la tramontana ed il grecale. Come i venti anche l’umidità varia in base alla stagione: in inverno, in presenza di libeccio e scirocco e quindi con piogge frequenti l’umidità media è del 63%, tuttavia nelle giornate con venti dei quadranti settentrionali l’umidità si riduce sensibilmente come anche in primavera.

Le terme

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L’isola d’Ischia si caratterizza per il gran numero delle sorgenti termali e per la varietà delle acque, consentendo, così, molteplici usi terapeutici.

Acque termali calde e caldissime alimentano i singoli stabilimenti e giardini termali. Altre piccole sorgenti sgorgano in alcune spiagge. Polle di acqua bollente scaturiscono anche in mare. Getti di vapore acqueo, spesso misti con altre sostanze aeriformi fuoriescono, a mezza costa, dalle fenditure del suolo ed alimentano le fumarole. Di queste, alcune, si riconoscono senza difficoltà lungo i crinali dell’Epomeo, soprattutto nei giorni di gran freddo; altre sono inglobate nelle stufe, in passato chiamate “sudatori” o “sudaturi”, utilizzate dagli stabilimenti e giardini termali. Le acque sorgive ed i vapori acquei possono considerarsi le più appariscenti manifestazioni delle origini vulcaniche dell’isola.

Le particolari caratteristiche del sottosuolo determinano il differente grado di infiltrazione delle acque marine e piovane e la loro diversa mineralizzazione. Come sorgenti più antiche possono considerarsi quelle di Casamicciola, dedicate al dio Apollo, di Lacco Ameno, dedicate al mitico Ercole, quelle di Citara, nel Comune di Forio, dove sorgeva un tempio in onore di Venere citarea, e quelle di Barano, dedicate alle Ninfe Nitrodi.

Le proprietà terapeutiche delle acque di tutte le sorgenti che ancora sgorgano nell’isola d’Ischia sono certificate da studi clinici e da un’ampia letteratura medica, e i benefici di queste terme naturali sono conosciuti in tutto il mondo.

Sorgenti termali di Casamicciola Terme

I principali bacini idro-termo-minerali ubicati nel territorio di questo Comune sono denominati Gurgitello, Cotto o Sinigaglia, La Rita e Castiglione.

Bacino del Gurgitello

Questo Bacino,chiamato dai Romani “Gurges” per via del ruscello fumigante che scorreva in superficie prima di gettarsi in mare nei pressi dell’attuale Pio Monte della Misericordia, è stato considerato da Giulio Iasolino, il più famoso “cronologo” del 1500, la “regina delle acque termo-minerali dell’isola d’Ischia”. E’ localizzato nel Comune di Casamicciola Terme, sul lato orientale di Piazza Bagni, ai piedi della collina dell’Ombrasco, a pochi metri di profondità dal piano orizzontale del suolo, a circa 30 m. sul livello del mare. Occupa un’area di circa 12.000 mq. Vi confluiscono tutte le sorgenti dell’Ombrasco che, rispettivamente, si chiamano del Gurgitello, dello Stomaco o del Cappone (così detta perchè, secondo lo storico Iasolino, aveva quasi il gusto di questo brodo), dell’Oro, dell’Argento, del Ferro, della cala dell’Ombrasco e di Santa Maria del Popolo. Le acque di tali sorgenti sono limpidissime, incolori, inodori, d’un gusto un po’ salato alcalino; sono leggermente untuose al tatto; talora presentano bollicine. La loro temperatura, variando di poco da sorgente a sorgente, oscilla tra i 60° ed i 65° C. Sono tutte salso-bicarbonate alcaline. Come tali sono utilizzate nella cura delle malattie dell’apparato digerente, delle malattie del ricambio e di quelle derivanti da anomalie di nutrizione, delle malattie cerebro-spinali, delle affezioni delle mucose respiratorie e degli organi uro-genitali, come pure in casi di postumi da lesioni violente, quali fratture, lussazioni ecc. I fanghi del Bacino del Gurgitello, fin dagli studi dell’800, sono considerati efficaci nelle “debolezze delle membra, la rigidità delle articolazioni e per i dolori reumatici”.

Bacino del Cotto o di Sinigaglia

Anche l’altro bacino idro-termo-minerale del Comune di Casamicciola si trova in Piazza Bagni, sul lato occidentale, alla base delle colline dell’Olivo e della Pera, a due metri circa sotto il livello orizzontale del suolo, a 32 m. sul livello del mare; ed occupa un’area di circa 10.000 mq. Vi confluiscono le sorgenti perenni del Cotto (così denominate perché si attribuiva loro la virtù si guarire le scottature), già chiamate Bagno Fresco o degli occhi ( ed ancor prima Acqua del Loto o delle Cajonche), della Sciatica o di Sinigaglia ( o anche Sinigallia),della Colata (o della Bucata, così detta per l’abitudine delle donne del paese di utilizzarla per sbiancare la tela, e successivamente detta dell’Incoronata o dell’Immacolata, per un’immagine della Vergine fatta installare nelle vicinanze della sorgente dal Cardinal Michelangelo Conti, divenuto poi Papa Innocenzo III nel 1717 per voto di riacquistata salute grazie all’uso delle acque), del Tamburo e della Spelonca. Le acque di tali sorgenti sono incolori, inodori, di sapore leggermente liscivioso, non sono effervescenti. La temperatura varia tra i 50° ed i 60° della sorgente del Cotto. Tra le numerose sorgenti che compongono questo bacino, le acque del Cotto o Bagno Fresco (dette anche degli Occhi), in passato erano utilizzate come preparazione ai bagni del Gurgitello.

Bacino di La Rita

Il bacino idro-termo-minerale di La Rita (in passato denominata La Rete), si trova sul versante occidentale dello stesso Comune di Casamicciola Terme, in fondo ad un burrone, facente parte di un antico cratere, detto Cava della Rita, prosecuzione della Cava del Monaco, a sua volta confinante con la contrada “Fango di sopra” del Comune di Lacco Ameno, ed ai piedi della collina la Cesa. Le sue acque sgorgano da diversi luoghi molto vicini tra loro e vanno ad unirsi sotto il ponte dell’Arenella, dove prendeva origine un ruscello che si gettava in mare nelle vicinanze di Lacco Ameno. Queste acque sono limpide e trasparenti, il loro odore è dolciastro ed il gusto è leggermente salino. Sono untuose al tatto e, agitate, fanno sprigionare bollicine. La temperatura varia secondo le vene d’acqua che si osservano, differenziandosi tra i 60° ed i 72° C. Esse contengono solfati e bicarbonato alcalini, tra cui bicarbonato di sodio e di magnesio ed una quantità considerevole di cloruro di sodio. Il bacino della Rita è stato sempre rinomato anche per l’efficacia dei fanghi.

Bacino del Castiglione

Le sorgenti termali del Castiglione, che alimentano l’omonimo Parco termale, attingono ad un ulteriore bacino sito, anch’esso, nel territorio del Comune di Casamicciola Terme, ma sul versante orientale, quasi a confine col Comune di Ischia. Tale bacino occupa un’area di oltre 4 mila mq., compresa tra le colline di Castiglione, del Bagnitiello e la spiaggia Cafiero. Queste sorgenti, che sgorgano a mare, non lontane dall’omonimo scoglio, sembrano formare un sistema comune con le fumarole che esistono ancora in entrambe le località, Bagnitiello e Castiglione. Le acque di tali sorgenti sono chiare, limpide, di sapore alquanto salato; raggiungono la temperatura di 70° C; contengono, in particolare, solfati e bicarbonati alcalini, tra i quali bicarbonato di sodio e di magnesio ed una quantità considerevole di cloruro di sodio. Di conseguenza sono utilizzate prevalentemente nelle affezioni viscerali e nelle malattie dell’apparato urinario, ma anche come rimedio per fratture e lussazioni. Secondo la tradizione, confermata dallo studio dei reperti archeologici, la collina del Castiglione, al pari delle confinanti terre di Casamicciola, avrebbe ospitato i colonizzatori greci dell’VIII secolo a.C. provenienti dall’Eubea, attirati dalle acque calde e curative della zona oltre che dalla fertilità del suolo, ma poi respinti dalla eruzione del Monte Rotaro che è quasi sovrastante.

Parco Termale Castiglione

Sorgenti termali di Lacco Ameno

Il Bacino localizzato nel territorio di questo Comune è denominato Santa Restituta ed è alimentato dalle omonime sorgenti, nonché dalla sorgente Regina Isabella e quella di San Montano; non molto distanti da queste vi sono le stufe dell’Arbusto e di San Lorenzo.

Bacino di Santa Restituta

Anche le sorgenti che compongono il bacino di Santa Restituta possono vantare una storia più che millenaria, perché risultano note ed apprezzate dagli stessi colonizzatori provenienti della greca Eubea. Questo bacino è situato ai piedi del grandioso ammasso di lave trachitiche composto da Monte Vico, Marecoco e dal promontorio di Zaro. E’ alimentato dalle sorgenti di Santa Restituta (denominata, in passato, la Nuovissima), della Regina Isabella, di San Montano e da altre, minori, denominate la Nuova, la Fabia, la Greca, il Capitello, la Legna o le Legne. Le prime sono così chiamate perché originariamente vicine ad una cappella costruita in onore della Santa, il cui corpo, secondo la tradizione, dopo il martirio avvenuto nel 257 d.C., sarebbe approdato sulla spiaggia di San Montano. Esse sgorgano ai piedi del Monte Vico, all’estremità orientale di Lacco Ameno, non lontano dal mare; si trovano a pochi metri sotto il livello ordinario del mare ed occupano un’area di circa 15 mila mq. La sorgente della Regina Isabella, così denominata in onore di tale Regina, consorte del Re Ferdinando d’Aragona, alimenta gli omonimi stabilimenti termali, la cui rinomanza , in Italia ed all’estero,è dovuta all’imprenditore milanese Angelo Rizzoli che, nel corso degli anni ’50, con notevole lungimiranza, valorizzò il turismo termale ischitano. Un’ulteriore sorgente, detta Pisciariello, zampillava nel centro abitato di Lacco Ameno dove fu costruita una fontana, andata poi distrutta dal mare. Sono collegate allo stesso bacino le esalazioni o le stufe delle colline dell’Arbusto e di San Lorenzo. Si tratta di vapori naturali assolutamente unici al mondo, che raggiungono i 45° C. Le acque di queste sorgenti sono chiare, limpide, inodori e con un sapore fortemente salato o acidulo, a seconda della fonte oggetto di osservazione. Raggiungono la temperatura di 40° C., sia pure con variazioni a seconda della fonte. Sono considerate tra le più mineralizzate tra le acque dell’isola ed inoltre si caratterizzano per una fortissima radioattività naturale che ne costituisce la principale qualità. Questi tratti caratteristici le rendono molto attive. In particolare sono raccomandate nel rachitismo, nelle affezioni reumatiche ed artritiche e nell’ipocondria. Circa il modo di somministrazione, le acque di Santa Restituta sono utilizzate sotto forma di bagni. Gli studiosi dell’800 non ne escludevano l’uso interno, ma con moderazione.

La sorgente di San Montano

L’acqua di San Montano, che attualmente alimenta il Parco termale del Negombo, sgorga all’estremità settentrionale dell’omonima baia, ai piedi di una “corrente lavica nerastra e feldspatica”, fuoriuscita da Monte Vico. Più precisamente si trova all’estremo occidentale della baia, dirimpetto a quello che, un tempo, era chiamato il Castello Rancidello. Sulla spiaggia di San Montano ,secondo la tradizione, giunse il corpo di Santa Restituta, alla quale è stato dedicato il Santuario che si trova al centro di Lacco Ameno. Questa Santa e San Giovan Giuseppe della Croce sono i patroni dell’isola d’Ischia. Le acque di questa sorgente sono chiare, limpide, di sapore salato, quasi simili a quelle del mare. La temperatura raggiunge i 44° C. Per quanto concerne il contenuto, possono considerarsi molto simili a quelle di Santa Restituta. Come in queste si è costatata la presenza di gas acido carbonico, di idroclorato di soda, di bicarbonato e di solfato di calce, di soda e di magnesia, di tracce di idriotato e idrobromato di potassa, di silicato e di ossido di ferro. Queste acque godono di proprietà energetiche e sono considerate uno stimolante molto attivo. Si usano in bagni, docce, lozioni ed iniezioni.

Parco Termale Negombo

Sorgenti termali di Forio

Due sono i bacini del territorio di questo Comune. Quello di Citara comprende le omonime sorgenti che alimentano le numerose, calde e caldissime piscine dei famosi Giardini Termali Poseidon, e le altre sorgenti, poco distanti, dette dell’Agnone. L’altro bacino è denominato Cotugno-Castaldi-Castiglione. A queste sorgenti, di origine antichissima ed antica, si è aggiunta, in tempi più vicini, la sorgente di San Francesco, ubicata sul versante opposto del Paese, in prossimità dell’omonima spiaggia. Acque termo-minerali sgorgono in mare nella baia di Sorgeto.

Bacino idro-termo-minerale di Citara

Questo bacino è posto alla base settentrionale del promontorio di Punta Imperatore e della collina del Cotto o Cimmentorosso, lungo la spiaggia di Citara. Si trova a 4 m. di profondità dal livello orizzontale del suolo e quasi al livello del mare. Occupa un’area di circa 8 mila mq. In esso sono compresi molti pozzi termo-minerali. Le sorgenti di Citara sgorgano sulla spiaggia, tra le sabbie alluvionali ed i conglomerati tufo-trachitici. Queste acque erano molto rinomate anche nell’antichità, quando, infatti, erano dedicate a Venere citarea, cioè prolifica, fecondante. Nelle vicinanze della sorgente fu ritrovata, in passato, un’ iscrizione dalla quale si rileva che, ai tempi di Augusto, una tale Cappellina, bagnandosi in queste acque, rinforzò la sua capigliatura; di conseguenza consacrò un monumento votivo alle ninfe che erano poste a tutela della fonte. Questo bassorilievo ora è conservato al Museo nazionale di Napoli. Le acque di Citara sono aperitive e corroboranti. A breve distanza dalla sorgente di Citara, un pò più a sud, sgorga l’acqua dell’Agnone. Complessivamente considerate, le acque del bacino di Citara sono limpide, incolori, indori, ma con un gusto fortemente salato. La temperatura, pur variando nei pozzi, raggiunge i 57° C. Le stesse acque posseggono virtù aperitive, corroboranti e depurative. Usate sotto forma di bagno, di doccia e di iniezioni, fin dall’antichità, sono considerate uno dei migliori rimedi contro la sterilità, soprattutto quando questo problema non è attribuibile ad altro difetto organico o altre malattie incurabili. Più comunemente sono raccomandate in caso di reumatismi, artriti croniche, fratture e lussazioni. Si usano in bagni, docce ed iniezioni. Queste sorgenti ipertermali , per il loro contenuto ricco di sali minerali, appartengono ai gruppi delle acque cloruro-sodio-bromoioniche e, principalmente, alle salso solfato alcaline terrose. Si riscontrano tracce di radon in misura tale da esplicare un effetto benefico.

Parco Termale Giardini Poseidon

Bacino idro-termale Cotugno-Castaldi-Castiglione

Questo bacino è situato alla base delle collinette Tironi, Pastino, Piellero e Mortola in località Monterone, antico borgo Cerriglio. Si trova a 4 .m. , in media, di profondità sotto il piano orizzontale del suolo, e a 20 m. sul livello del mare. Occupa un’area di circa 1000 mq. Le sorgenti, in passato erano chiamate Paolone, in ricordo del proprietario, Raffaele Calise, detto, appunto, Paolone; in seguito sono state denominate anche Francesco I. Queste acque discendono dai dintorni del Monte Nuovo, dove si osserva un gran numero di fumarole; altre sorgenti sgorgano nelle vicinanze, poco dopo la chiesa di San Michele. Le acque del bacino sono chiare, limpide, inodori e di sapore analogo a quelle della sorgente del Cappone, e cioè un po’ salato. Sono toniche, corroboranti, aperitive e leggermente depurative. Sono molto utili contro i catarri, la debolezza dello stomaco, i disturbi della digestione, le affezioni dei reni e la couperose. Si prescrivono con successo anche nelle malattie reumatiche ed artritiche. Si somministrano in bagni e in docce; in passato erano utilizzate anche come bevanda. Alcune fonti di questo bacino alimentano le antiche terme Castaldi, altre quelle degli stabilimenti termali poco distanti.

Sorgenti di San Francesco

Sempre nel Comune di Forio, nei pressi della spiaggia di San Fancesco, che prende nome dal piccolo Santuario, arroccato sulla collina sovrastante, in passato conosciuto come Monte Vergine, le pubblicazioni più recenti segnalano tale bacino, ignorato dagli studi del 1800. Questo si compone di numerose sorgenti termali. Le loro acque, bicarbonato-alcaline , e caratterizzate da alte temperature, servono gli stabilimenti termali della zona. Sono utilizzate par bagni, docce e fanghi come pure per inalazioni.

Le acque termali di Sorgeto

Sul litorale del Comune di Forio, sul versante sud-ovest, sottoposto alla frazione di Panza, sgorga, in mare, l’acqua termo-minerale di Sorgeto,in passato detta Saliceto e “giudicata giovevole alle gotte, e passioni fredde, e particolarmente alle umide.” Le acque bollenti si disperdono in mare ma le polle si individuano facilmente tra gli scogli. Questi circondano la sorgente, così da creare una sorte di piscina naturale dove ricambio d’acqua è costantemente assicurato dalla sorgente perenne e dal mare. Questa sorgente, che consente di abbinare i benefici dell’acqua termale con il piacere di un bagno di mare, è raggiungibile anche via terra , sia pure con una gradinata piuttosto impegnativa. La temperatura del mare in prossimità delle polle è talmente calda che ci si può fare il bagno anche in pieno inverno.

Sorgenti termali di Barano

Le acque di Olmitello e Cavascura

La sorgente dell’Olmitello, già detta di Dajano o Dojano, sgorga nel fondo di una forra, cioè un vallone stretto e scosceso, chiamato Acquaro, nel Comune di Barano, ai limiti di quella zona di tufo che sembra dividere in due parti eguali l’isola, e che si stende dalla marina di Casamicciola alla spiaggia dei Maronti. Vi si può arrivare dalla spiaggia dei Maronti, raggiungibile, a sua volta, o via terra, provenendo da Testaccio, frazione di Barano, o via mare, anche con barche –taxi che fanno la spola dal porticciolo di Sant’Angelo. Arrivati sulla spiaggia dei Maronti, procedendo verso il lato occidentale, si devia e ci si incammina nel vallone, detto dell’Acquaro, dopo circa 300 m sgorgano le acque dell’Olmitello. Questo nome è fatto derivare dal latino e, in particolare dai termini olmos e tello, che, composti, significano eliminazione dei calcoli. Le sue acque, che misurano alla sorgente 38° C., sono chiare, limpide trasparenti; non emanano alcun odore, il gusto è leggermente alcalino. Sono considerate minerali e, più precisamene, bicarbonato-solfato-alcaline. Dalla stessa marina dei Maronti, inoltrandosi in un’altra forra, o gola, che si apre sulla spiaggia, si può raggiungere Cava Scura, uno “stabilimento termale naturale”, antico quanto straordinario, composto di sei piccole stanze scavate nella roccia, in ciascuna delle quali c’è una vasca di pietra con poggiatesta. In esse si fa il bagno termale, al quale può seguire una doccia di acqua fredda, molto corroborante. Queste acque calde derivano dalla sorgente delle Putrelle, in passato denominata sorgente dell’Aratro, in quanto la temperatura dei vapori era talmente elevata da drizzare il legno, anche fino a dargli la forma, appunto, di un aratro. L’acqua di Cavascura, considerata “prodigiosissima”, è raccomandata contro i calcoli, le ostruzioni di fegato e della milza, ma anche per l’asma, nelle gotte e nei catarri trascurati. Si usa come bevanda, ma anche per bagni, docce e lozioni.

Sorgenti e acqua termale Del comune d’Ischia

Bacino idro-termo-minerale di Fornello e Fontana

Questo Bacino, in passato denominato “Bagni d’Ischia”, è situato nel territorio del Comune di Ischia, alla base del Montagnone, tra le collinette di San Pietro e di Sant’Alessandro e la banchina dell’attuale porto che, prima del 1853, costituiva la riva del lago, detto, appunto, Lago del Bagno si trova a breve profondità dalla superficie del suolo, a circa 20 cm. dal livello medio del mare; occupa un’area di circa 6 mila mq. Fontana e Fornello, le sorgenti principali, sono così denominate, la prima, perchè scaturiva da un luogo somigliante ad un forno, e, la seconda, per l’abbondanza dell’acqua. Entrambe le sorgenti alimentano, da sempre, gli stabilimenti termali di Porto d’Ischia. Le stesse acque sono chiare, limpide, senza odore sensibile, di un sapore amaro, salmastro e, di tanto in tanto, sprigionano bollicine di gas carbonici che di dissolvono alla superficie dell’acqua. La loro temperatura oscilla tra i 44° ed i 47° C. Secondo gli studiosi dell’800, queste sorgenti sarebbero state già conosciute ed apprezzate nell’antichità. In particolare si attribuiscono loro i riferimenti alle acque di Ischia riscontrati nelle opere di Strabone e di Plinio il Vecchio. Le stesse acque, ancora oggi sono considerate toniche, stimolanti ed aperitive; utilizzabili per via interna ed esterna. Nel territorio del Comune di Ischia esistono anche le sorgenti del Pontano e di Cartaromana. La prima, già denominata acqua del Capone, assunse in seguito questa nuova denominazione in omaggio al letterato napoletano Giovanni Gioviano Pontano anche in considerazione del fatto che sgorgava quasi nel giardino annesso alla sua abitazione. Le sue acque, chiare, trasparenti, senza odore, offrono un leggero gusto salino e raggiungono la temperatura di 18° C. Le sostanze in esse contenute comunicano loro notevoli proprietà dissolventi, temperanti e risolutive. Nell’antichità erano utilizzate non solo per bagni e docce ma anche come bevanda, talora mescolata a vino. La seconda sorgente si chiama Cartaromana in passato Plaga o Piaggia Romana, e dà il nome alla località che si affaccia sul Castello Aragonese e sugli scogli di Sant’Anna; nei cui pressi, un tempo, esisteva un delizioso ninfario con un ameno giardino. Le acque di questa sorgente, prima di essere invase dal mare, così come avvenuto anche al Bagno Nitroso ed al Bagno del Sasso, erano, chiare e ferruginose, e, come natura, salso-bromo-iodiche. Le acque di alcuni, più recenti pozzi, che attualmente alimentano i Giardini Eden, sono cloruro-sodico-solfate.